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Stare con lui era sempre piacevole; a seconda delle diverse situazioni si potevano apprezzare le innumerevoli faccettature del suo carattere. Curioso come pochi, mi ha stupito in più di un’occasione per la tempestività con la quale riusciva a individuare nei problemi le soluzioni, anche se non sempre foriere di consensi. Se nel corso di una riunione, dopo pochi minuti, iniziava a giocherellare con il cellulare, significava che l’argomento era già stato “compreso” e tutto il resto era…. superfluo.
Amava la politica e il suo lavoro; una volta mi disse che essere ministro era come per uno studente universitario prepararsi per un esame: bisognava studiare e approfondire quella materia.

Al contrario, il “mestiere” di presidente di regione lo paragonava a un liceale! Ogni giorno doveva essere pronto per essere interrogato in ogni materia: sport, finanza, occupazione, lavoro, commercio e ogni altra materia emergesse dall’agenda politica.
Fortunatamente, amava leggere molto e di tutto. Ricordo un giorno di fine febbraio del 2012, quando mi raccontò di uno scrittore triestino a lui caro, Scipio Slataper.

Nonostante avesse una produzione letteraria molto limitata, gli piaceva in quanto aveva modificato il suo pensiero iniziale, contrario alle tesi irredentiste, partecipando al movimento studentesco e alle proteste per ottenere nell’Impero asburgico un’università in lingua italiana. Fu così che mi fornì l’idea per il regalo del suo imminente compleanno (15 marzo): una copia de “il mio Carso” di Slataper nella sua versione originale del 1912 che apprezzò molto.

Stay tuned!
Davide Rovera

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