Maroni aveva una evidente capacità di ascolto , mediazione e sintesi. Mi ha insegnato il buongoverno.
Di tanti momenti condivisi ne scelgo tre.
Il primo fu durante il ribaltone parlamentare nel 1995 e non fu il migliore. Io giovane deputata senza dubbi nel seguire le indicazioni di Bossi, e lui mediatore con tutti i deputati e senatori della Lega che invece di dubbi ne avevano tanti. Un po’ con lui ero arrabbiata perchè era troppo morbido con loro e glielo dissi. Mi rispose con un sorriso sornione senza dirmi niente. Lo compresi da sola negli anni .

La sua figura dialogante, moderata, era preziosa per il Movimento cosí come il coraggio che non gli mancó mai. Basta dire che lo vidi steso a terra nella sede di Via Bellerio con a fianco Bossi, durante l’irruzione della polizia in via Bellerio.
Il secondo momento fu nel 2008. Venne nominato Ministro dell’Interno e prima dell’insediamento in Viminale mi incontrò in Parlamento. Mi disse vuoi venire a lavorare per me? Certo, risposi.
Mi presentai l’indomani e mi disse che aveva bisogno di un Capo segreteria tecnica e che doveva portare un pacchetto sicurezza al primo Consiglio dei Ministri che Berlusconi voleva tenere a Napoli, entro una decina di giorni.
Servivano norme per un giro di vite sull’immigrazione clandestina, norme contro i patrimoni dei mafiosi , norme per la sicurezza stradale e la cooperazione internazionale in materia di lotta alla criminalità. Strabuzzai gli occhi e gli chiesi in quanti fossimo a lavorarci. Mi disse fai tu e portami la bozza entro pochi giorni.
Lavorare con Maroni era così, ti affidava dei compiti impossibili dimostrandoti la massima fiducia . E gli restituivi il massimo. Mi chiusi in un ufficio che era ricavato in un corridoio perché ancora i traslochi erano in corso, mi feci dare un computer ed iniziai a lavorare senza sosta con i responsabili dell’ufficio legislativo del ministero . Tornai con una bozza di quattro testi legislativi che modificò, miglioró ma che sostanzialmente tennero alla sua valutazione e a quella del Governo.
A Napoli Maroni presentó il c.d. pacchetto sicurezza, primo di una lunga serie a firma leghista.
Degli anni al Viminale con lui, ricordo la sua capacità di affrontare le questioni complesse , smontandole con serenitá.
Il terzo momento fu nel 2015 quando mi convinse assieme al partito ad accettare il ruolo più difficile di assessore alla sanità in Regione Liguria, regione appena vinta sul centrosinistra che la governava da anni. Posso dire che l’esperienza di lavoro a fianco di Maroni al Viminale fu per me fondamentale per svolgere uno dei ruoli più complessi, anche umanamente, della mia esperienza politica.
La sintesi di tutto é che se Maroni ti chiamava era per farti lavorare tanto, in ruoli veramente difficili che mai avremmo immaginato di saper affrontare. Ma alla fine aveva ragione lui. Ci siamo riusciti.
Stay tuned.
Sonia Viale